Il cemento ha cancellato tutte le peculiarità locali, tutte le tradizioni, e si è imposto come unica legge fin negli angoli più remoti del pianeta, dove l'arte di edificare un tempo rispondeva a una pluralità di tecniche e di immaginari. E così, uniformando i luoghi, ha esteso il proprio monotono regno al mondo intero.
Se c'è un materiale in grado di rappresentare la perfetta concretizzazione della logica capitalista, questo è il cemento. Realizzato con tecniche industriali e in quantità smisurate – con disastrose conseguenze non solo ecologiche ma anche sanitarie – ha ormai conquistato l'intero pianeta «uccidendo» l'architettura vernacolare, contribuendo all'oblio delle tecniche tradizionali e dunque al declino dell'artigianato, e annullando ogni differenza. Ma al di là della monotonia intrinseca di questo materiale, già denunciata dai situazionisti, a preoccupare è la sua adesione a quell'obsolescenza programmata che ha definitivamente trasformato le costruzioni in merce. Con conseguenze spesso tragiche come attesta il crollo del ponte Morandi a Genova. È dunque cruciale ricostruire la storia di questo materiale, analizzando tanto la narrativa proposta dai suoi numerosi sostenitori – di ogni tendenza ideologica – quanto le riserve dei suoi rari detrattori. E così Jappe ne ripercorre la storia, dall'epoca romana ai giorni nostri, evidenziando attraverso innumerevoli esempi i catastrofici danni che il suo massiccio utilizzo ha prodotto e continua a produrre.
Duccio Facchini è giornalista, scrittore e direttore della rivista mensile Altreconomia. È autore di numerosi libri tra cui Armi, un affare di Stato (Chiarelettere, 2012), Mi cercarono l'anima. Storia di Stefano Cucchi (2013), L'economia in classe (con Luca Martinelli e Pietro Raitano, 2017), Alla deriva. I migranti, le rotte del Mar Mediterraneo, le Ong: il naufragio della politica, che nega i diritti per fabbricare il consenso (2018), e Respinti. Le "sporche frontiere" d'Europa, dai Balcani al Mediterraneo (2022) con Luca Rondi, tutti pubblicati da Altreconomia.
Anselm Jappe (Bonn, 1962), filosofo, si è laureato a Roma con Mario Perniola per poi conseguire un dottorato presso l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Attualmente insegna filosofia estetica all'Accademia di Belle Arti di Roma.
rassegna stampa
Thu 13 Apr 2023 - L'indice dei libri del mese Il lato concreto dell'astrazione capitalista- 226 Kb
Tue 06 Dec 2022 - La nuova Sardegna Anselm Jappe contro il cemento arma letale di costruzione di massa tra Marx, Cartesio e Celentano - 275 Kb
Sat 17 Sep 2022 - Il manifesto La biografia politica e contradditoria di un materiale pesante - 420 Kb