Kropotkin
Campi, fabbriche, officine
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“Le sue idee decentraliste, fondate su un'intelligenza e una competenza di primissimo ordine, pongono le fondamenta di un nuovo ciclo della civiltà urbana: un ciclo in cui i mezzi della vita dipenderanno dagli scopi della vita.” - Lewis Mumford
L'importanza di questa riflessione a tutto campo su un'organizzazione sociale ed economica in grado di integrare non solo città e campagna ma anche lavoro manuale e intellettuale sta certamente nell'aver anticipato di oltre un secolo molti dei problemi con cui ci confrontiamo oggi, ma ancor più nell'aver dato risposte concrete che si dimostrano tuttora praticabili. Dietro le soluzioni proposte da Kropotkin, che sfidano con ironica semplicità il pensiero totalitario e la sua costruzione piramidale dello spazio e dell'immaginario sociale, c'è infatti una concezione libertaria dell'uomo e del vivere in società che delinea i contorni di una civiltà ecologica quanto mai urgente dopo il dissennato saccheggio del mondo (e dell'animo umano) cui abbiamo assistito. Come ben evidenzia Colin Ward nel suo ingegnoso lavoro di attualizzazione della visione kropotkiniana, la forza di questo classico anarchico sta nel fornirci gli strumenti teorici e pratici che ci consentono di prefigurare una società più equa e sostenibile, capace di riappropriarsi del suo futuro.