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Graeber

Frammenti di antropologia anarchica

copertina

Cartaceo 13,30 €
Se l'antropologia consiste nel fare dell'Altro ciò che rende intellegibili non solo le diverse culture ma la stessa condizione umana, allora David Graeber è un antropologo a tutto tondo. Perché non solo riesce a realizzare questo obiettivo, ma lo raddoppia grazie a uno sguardo critico – più che mai necessario – che parte dai mondi degli altri per capire e spiegare il nostro. E questo è particolarmente vero per Frammenti di antropologia anarchica, un pamphlet che di fatto è il suo personale «Manifesto anarchico».
Marshall Sahlins

Che cosa dovrebbe rendere compatibili, anzi affini, una filosofia politica come l'anarchismo e una disciplina scientifica come l'antropologia (culturale, beninteso)? Per Graeber, anarchico e antropologo, sussistono feconde potenzialità di arricchimento reciproco perché entrambe si muovono da molto tempo sulla stessa traiettoria, non solo perché riconoscono la varietà dei modi di pensare propri degli esseri umani, ma anche perché pongono al centro della loro riflessione la questione cruciale del potere. In un mosaico di appunti e spunti deliberatamente incompiuti, l'autore sviluppa la sua tesi partendo dalle enclaves libertarie ed egualitarie presenti in diversi momenti della socialità umana – di cui già parlano antropologi come Marcel Mauss o Pierre Clastres – per arrivare alle forme di contropotere esistenti nel mondo occidentale, e non solo. Viene così abbozzata una ridefinizione dello Stato e delle organizzazioni politiche che apre a considerazioni fortemente innovative sui concetti di dominio, gerarchia, autorità.

prime pagine del libro - leggi

recensione di Fabrizio Marcucci su ribalta.info - leggi

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