La Cecla
Ivan illich e l'arte di vivere
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Il mio ritratto di Ivan non è certo esaustivo ed è maledettamente legato al rapporto personale che ho avuto con quest'uomo e all'influenza che ha esercitato e ancora esercita su di me. D'altronde non pretendo di essere un fedele lettore del suo pensiero né voglio essere identificato come un suo seguace. Anzi, ritengo una fortuna non essere «illichiano», come peraltro non lo era nemmeno Ivan.
Ivan Illich (1926-2002) è stato uno dei pensatori più originali e meno ideologici del secondo Novecento e uno dei primi a formulare una critica radicale dell'esistente che oggi si rivela quanto mai attuale, soprattutto nel suo attacco frontale all'idea di sviluppo e progresso. Questo libro è l'unica biografia di Illich scritta da chi, come La Cecla, lo ha conosciuto direttamente e intimamente essendone stato allievo e amico. Un rapporto difficile, certo, da discepolo disobbediente, che però ha dialogato e discusso per un ventennio con questo «profeta» scomodo e arrabbiato che gli ha insegnato quell'arte di vivere che la modernità ha ormai soffocato. Attraverso le vicende di una vita affatto banale, La Cecla propone una lettura essenziale del pensiero di Illich, per evidenziare l'estrema importanza del dubbio sistematico e per comprendere la ricchezza della sua critica a una società che istituzionalizzando ruoli e desideri, trasformati in bisogni e servizi, ha «debilitato» il singolo e disintegrato il tessuto amicale e reciproco in cui viveva e agiva.