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Perin

La fame aguzza l'ingegno

copertina

Cartaceo 12,35 €
Schivando con perizia tanto gli sproloqui del dilagante food porn quanto gli stucchevoli stereotipi della cucina «povera ma sana», questa insolita ricerca storico-gastronomica, basata su manuali di guerra di un secolo fa, ignora per scelta le eccellenze e le nicchie di pregio alimentare per rivolgersi all'utilizzo consapevole delle risorse disponibili, alla parsimonia come valore e alla rivalutazione degli ingredienti più umili. Senza mortificare il palato.

I piatti proposti in questo volume, tutti ripresi dai ricettari di difesa alimentare scritti durante la Grande Guerra, ci raccontano come la «cucina povera», quella inventata dalla retorica dei bei tempi andati, in realtà non sia mai esistita. È però esistita una cucina dei poveri, quei «diseredati dalla fortuna costretti a fare di necessità virtù», come li definiva Pellegrino Artusi, che per mettere insieme il pranzo con la cena hanno sempre aguzzato l'ingegno, facendo un uso attento e creativo delle risorse disponibili per cucinare cose buone anche in momenti difficili. Così tra pietanze e aneddoti si distende una narrazione sui sapori e la fantasia di una gastronomia inventata con gli alimenti più comuni, che ci parla al contempo della cultura delle classi minori italiane all'inizio del Novecento e della loro distanza dal potere, anche davanti ai fornelli. Un libro nato da una ricerca storica che si propone come uno stimolo per la creazione di una nuova cucina resistente. Perché i tempi difficili non sono ancora finiti.

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