Ward
Acqua e comunità
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In tutto il mondo, una gran varietà di società umane ha messo a punto sofisticati sistemi di gestione dell’acqua che hanno garantito, nei secoli, non solo la conservazione di un bene collettivo ma anche l’equo accesso di tutti a un elemento vitale. Negli ultimi decenni questa formidabile tradizione solidale è stata scardinata dalla mercificazione di un bene essenziale, oltretutto sfociata in una crisi idrica mondiale. E non c’è tecnica che possa salvarci, perché quella che abbiamo di fronte è una crisi di responsabilità sociale.
L’acqua è una risorsa primaria per l’esistenza umana, un bene comune che appartiene a tutti. Eppure, dalla crescente tendenza alla privatizzazione al dislocamento di milioni di persone per la costruzione di enormi dighe, l’acqua è sempre di più una merce controllata non dalle comunità locali ma da Stati centralizzati e da imperi finanziari multinazionali. A partire da queste premesse, Ward analizza l’ineguale distribuzione idrica su scala mondiale, evidenziando come l’acqua per il consumo umano sia oltretutto sempre più scarsa, cara e inquinata. Eppure, lungo tutta la storia, le comunità locali hanno sviluppato modi d’uso che hanno assicurato una corretta distribuzione di una risorsa limitata e vitale: una lezione particolarmente attuale in un’epoca in cui il cambiamento climatico e l’emergenza idrica sono una realtà quotidiana per miliardi di persone.