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Scott

L'infrapolitica dei senza potere

copertina

Cartaceo 19,00 € E-book 8,99 €

Se la politica si è ormai trasformata in un mero strumento dello Stato, continuano a esistere nel mondo pratiche infrapolitiche che si muovono al di fuori del perimetro statale. Ed è in particolare il mondo contadino che da tempi immemori mette in atto strategie di resistenza quotidiana che evitano lo scontro diretto con il potere privilegiando modalità magari umili e silenziose ma estremamente efficaci: una vera e propria arte della resistenza da cui c’è molto da imparare.

In questa indagine a tutto campo sulla resistenza dei ceti rurali all’invadenza del potere centrale, Scott mette a nudo la guerra secolare che lo Stato e le élite urbane hanno condotto contro la cultura vernacolare. Una guerra vinta dal potere centrale se ci si limita agli archivi ufficiali, ma ancora aperta se si sanno leggere i comportamenti infrapolitici attuati nel tempo e nello spazio da moltitudini di contadini. Queste forme di resistenza quotidiana – ostruzionismo, dissimulazione, furtarelli, bracconaggio, diserzione, incendi, fuga, sabotaggio… – hanno due pregi: passano perlopiù inosservate e non richiedono grande pianificazione o coordinamento. La loro forza sta nel numero, nella massiccia adesione individuale a comportamenti collettivi che creano una cultura coesa che non ha bisogno di stendardi, statuti, manifestazioni o scontri diretti. Non è lì che risiede l’azione, bensì in quei piccoli atti sottotraccia che tuttavia hanno un impatto maggiore rispetto alle episodiche, e letali, jacqueries. Insomma, in larga parte del mondo contadino vale ancora quel detto popolare vietnamita che recita: «La legge dell’imperatore si ferma ai margini del villaggio».