Valacchi, Pezzica
Carte irrequiete. La memoria dei movimenti
PROSSIMA USCITA
Esiste una vitalità documentale che si sprigiona prima che la funzione archivistica faccia il suo corso. Lo stato di natura dell’archivio è la fase in cui esso esprime al meglio il bisogno di chi lo sta producendo, il momento in cui esso si colloca in una irripetibile posizione nello spazio-tempo.
L’archivio è un’opera di montaggio alla quale contribuiscono la volontà di rappresentazione e autorappresentazione, la sensibilità verso la propria memoria, la soggettività della descrizione e, in misura non trascurabile, il caso. L’uso che ne facciamo e l’interpretazione che ne diamo fanno degli archivi strumenti etici di costruzione di una coscienza storica, civile e politica. Gli archivi dei movimenti sono quelli che meglio rappresentano questi processi di sedimentazione: quando nascono lo fanno spesso sulla scia dell’urlo di coscienze irrequiete che manifestano il loro bisogno antagonista di fare e pensare. Sono archivi scomposti, fluttuanti, risultato di dinamiche molto poco archivistiche, ignari di protocolli, titolari e fascicoli. La loro stessa consistenza materiale è ondivaga, non tipizzabile e, in ultima analisi, poco coerente. Il pensiero, la suggestione e la speranza vengono prima della loro espressione scritta e giocano un ruolo decisivo nei processi di costruzione di una memoria altra da quella formalizzata dai grandi e strutturati fondi archivistici “istituzionali”. Ne potrebbero derivare svariate considerazioni metodologiche e altrettante dotte obiezioni, ma l’obiettivo di questo libro è di adottare un punto di vista più che di rispondere al tribunale del metodo.