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Sotto il Beaubourg

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Cartaceo 16,15 € E-book 7,99 €

Se pensi che il punto non è lavorare meno ma lavorare con gusto e quando ne hai voglia, che le cose non le devi possedere ma utilizzare quando serve, che il denaro non va affatto accumulato ma abolito… se sono questi gli orrori che ti passano per la testa, allora non ti resta che mollare al suo destino l’attuale Sistema e fare il contrario di quello che predica: amare invece di odiare, donare invece di prendere, scrivere con errori invece di rispettare l’ortografia, non scrivere invece di scrivere cazzate. E qui mi fermo, perché alla fin fine è preferibile vivere piuttosto che scrivere come si deve vivere.

Mentre assiste sempre più perplesso alla costruzione del prestigioso Centro Beaubourg, Gustave Auffeulpin, di mestiere inventore, decide di applicare a quella monumentale celebrazione della Cultura Alta una sua recente scoperta: la contrazione molecolare tangenziale. Et voilà, l’esperimento riesce e sotto il celebre edificio si apre una voragine pari a 7 milioni di metri cubi «contratti»: un profondissimo spazio verticale in cui va spontaneamente insediandosi una cultura bassa, anzi sotterranea, che si pone agli antipodi della Cultura Spettacolo-Merce-Potere glorificata ai piani alti. Così, proprio quando le Autorità s’ingozzano di canapé e salatini all’inaugurazione del Beaubourg Superiore (con la maiuscola), un’assemblea caotica, ludica e vociante inaugura sotto il loro culo un immaginifico e scatenato contro-beaubourg (con la minuscola). E sarà proprio il nostro Gustave (o il nostro Albert?) a raccontarci la spassosa e sgangherata utopia che prende vita in quei tenebrosi sotterranei, delineando passo passo in tutta la sua ricchezza e contraddittorietà quella che è in realtà una più che realistica cultura autogestionaria. Senza regole, senza soldi, senza sponsor… e senza capi.