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Latour

Disinventare la modernità

copertina

Cartaceo 13,30 €
La freccia del tempo, l'idea di progresso, la convinzione che esista una Natura universale e oggettiva, la lotta manichea tra irrazionale e razionale, la separazione di fatti e valori, l'emancipazione da miti e soggettività: tutto questo per Latour è l'incubo della modernizzazione. Che tuttavia non lo porta al catastrofismo, all'indifferenza post-modernista o alla reazione anti-moderna. Semplicemente perché la modernità trova in sé stessa il suo fallimento.
Telmo Pievani

Conversazioni con François Ewald
Introduzione di Telmo Pievani
(Professore presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli studi di Padova)

I politici snocciolano sempre più spesso presunti «dati scientifici» nei loro discorsi. Conservatori o progressisti che siano, tutti si affannano ad assicurarsi il sostegno di qualche «dato certo», fornito da «esperti», per le loro opinioni e per le loro decisioni. Come se vi fossero certezze sui fatti e univocità di interpretazioni. Le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche hanno contribuito a creare il nostro mondo moderno. L'hanno reso più vivibile e confortevole. Ma nessun esperto, nessuno scienziato può controllare e prevedere ogni cosa. E gli «effetti collaterali» dello sviluppo si moltiplicano e amplificano. Che fare? Che fare se l'intreccio di fatti e valori sembra destinato a riproporsi, a dispetto del progresso e della modernità, e diversi sistemi di valori si affrontano? Latour in queste brevi conversazioni delinea una risposta forte. Bisogna «disinventare» la modernità e costruire spazi di mediazione, di negoziazione fra diverse culture, saperi e tradizioni. Solo attraverso l'idea di un mondo comune potremo comprenderne la pluralità.

Introduzione - leggi

François Ewald (1946), filosofo, ha curato con Alessandro Fontana la pubblicazione delle lezioni al Collège de France di Michel Foucault, di cui è stato assistente. È autore di numerosi saggi, tra cui L'État-providence (1986), Le principe de précaution (2001) e Aux risques d'innover: Les entreprises face au principe de précaution (2009).

estratto uscito su emilia times - leggi

recensione di Gianfranco Marrone su Doppiozero - leggi