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Wilde

La virtù dell'irriverenza

copertina

Cartaceo 17,10 €

Ogni tanto le persone mi chiedono quale sia la forma di governo più adatta a un artista. La risposta può essere una sola: la forma di governo più adatta all'artista è la completa assenza di governo.

A cura di David Goodway


Wilde – questo «genio insolente», come lo ha definito William Morris – è soprattutto noto per i suoi romanzi e le sue commedie, oltre che per la sua dichiarata omosessualità che gli è costata la galera e l'ostracismo sociale. Ma ha anche scritto, nella sua peculiare maniera poetica, saggi politici radicali che lo rendono a tutti gli effetti un anarchico, come peraltro lui stesso si dichiara in alcune occasioni. Ma al di là di un'esplicita postura politica, il suo radicalismo si esprime – in forme inaspettate, ma ben evidenti per chi sa guardare – nella sua intera opera artistica, pervasa da una morale fortemente libertaria del tutto contrapposta a quella morale vittoriana che con raffinata e mordace irriverenza mette incessantemente alla berlina. E così, accanto al Wilde dandy e decadente, forse quello più conosciuto, emerge in tutta la sua potenza un Wilde politicamente consapevole che si rivela un acuto osservatore dell'animo umano e delle ingiustizie del suo tempo. Un Wilde profondamente anarchico, appunto.

prime pagine dell'introduzione - leggi

David Goodway (Rugby, 1942), dopo studi in filosofia, scienze politiche ed economia, si è laureato con il celebre storico inglese Eric Hobsbawn, scrivendo una tesi sulla storia del cartismo, argomento grazie al quale raggiungerà notorietà internazionale. Ha poi insegnato presso l'Università di Leeds, occupandosi in particolare di storia sociale e culturale, moderna e contemporanea. Oltre a Ward, Goodway ha pubblicato importanti lavori su altri grandi protagonisti dell'anarchismo britannico come il medico e sessuologo Alex Comfort e il critico d'arte Herbert Read.

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