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Doglio

Il piano aperto

copertina

Cartaceo 16,15 €

In dissenso con la pretesa «autoriale», Doglio concepisce il piano urbanistico come un processo collettivo e pluralistico da costruire attraverso l'azione sociale degli abitanti e il territorio come un sistema aperto in cui è ammesso il disordine e in cui si negano i rapporti di dominio aprendosi alla solidarietà e alla condivisione.

A cura di Stefania Proli

Ma che razza di società vogliamo? Da una parte c'è il piano rigido proprio di una società preordinata secondo schemi astratti che dalle rilevazioni sul campo esigono solo una conferma. Dall'altra c'è il piano aperto, flessibile, sottoposto alla verifica della realtà e ricreato costantemente dall'azione reciproca fra gli esseri umani e l'ambiente. A partire da questa visione, Doglio elabora una critica pungente della cultura disciplinare ufficiale, cogliendo con grande lungimiranza la crucialità di tematiche che di fatto verranno affrontate solo alcuni decenni dopo: la necessaria interazione fra interessi plurali e spesso divergenti; la dimensione deliberativa come confronto argomentativo fra voci diverse; la possibilità di apprendimento tramite negoziati o argomentazioni. La società che emerge da questa visione richiama quella che in alcune città medievali, e poi nel flusso dei moti rivoluzionari, si configurò in modo spontaneo, senza la necessità di un piano preconcetto imposto dall'alto: una società aperta e viva, in cui il sociale è l'elemento che unisce gli abitanti, in una continua e creativa partecipazione di ognuno all'opera comune.

indice e introduzione - leggi

Stefania Proli, architetto e dottore di ricerca, dal 2007 collabora col Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, dove è stata assegnista di ricerca e docente a contratto di Urbanistica. Fa parte di Spazi Indecisi, associazione culturale che promuove e sperimenta percorsi di rigenerazione urbana e processi di valorizzazione e di patrimonializzazione dei luoghi in abbandono.

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