Bookchin
Per una società ecologica
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Se non recuperiamo alcuni valori profondamente ecologici come la complementarità, il mutuo appoggio o il senso del limite, i comportamenti e le istituzioni che ci spingono verso il disastro continueranno a operare, nonostante tutti gli sforzi messi in campo per riformare il sistema sociale dominante e invertire quella semplificazione della biosfera che ha pericolosamente interrotto la sua millenaria evoluzione verso la diversità.
In questo classico dell'ecologia sociale, Bookchin si chiede se davvero non c'è rimedio a questo fenomeno chiamato «civiltà» che pare sul punto di distruggere un mondo naturale formatosi in milioni di anni di evoluzione organica. Di certo le soluzioni vanno trovate lontano dalla prevalente ragione strumentale, che risponde a logiche di dominio sulla natura radicate in quel dominio dell'uomo sull'uomo che ha plasmato sia la nostra struttura sociale sia la nostra visione della natura. Bookchin mostra infatti come sia stata la nascita della società gerarchica a rendere sempre più aggressive le relazioni dell'umanità con la natura, in un perverso crescendo culminato con la selvaggia spoliazione operata dal capitalismo e dal suo folle modello di crescita infinita in un mondo finito. I rimedi vanno allora cercati in valori e metodi non gerarchici capaci di costruire uno spazio sociale in equilibrio con il suo ecosistema e un tessuto comunitario basato sulla cooperazione e non sulla competizione, sulla redistribuzione e non sull'accumulazione, sull'interdipendenza e non sulla sopraffazione.