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Godard

Il consenso nell'epoca del terrorismo

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Cartaceo 14,25 € E-book 5,99 €

Il consenso debole tipico delle nostre democrazie è figlio tanto della disillusione verso i valori forti che ne erano il collante, quanto di una paura, più percepita che reale, che si nutre di teorie del complotto e sovraesposizione mediatica. Un consenso contro e non per che si compatta solo intorno a un «nemico comune», come Machiavelli aveva già capito cinque secoli fa…

Questa riflessione sulla formazione del consenso in democrazia, in un'epoca segnata dalla violenza diffusa, parte da una doppia constatazione. Innanzi tutto, ciò che viene genericamente etichettato come terrorismo è talmente manipolato dalla logica mediatica da avere un impatto sproporzionato sull'immaginario sociale e i processi decisionali. Inoltre il consenso, cioè il riconoscersi in una data società anche in modo critico, si è talmente diluito da configurarsi come un consenso banalizzato che funziona solo in negativo: incapace di definire valori comuni, si limita a indicare capri espiatori, alimentando così quello stesso terrorismo che combatte. Consenso e dissenso vanno dunque rielaborati alla luce di questi profondi cambiamenti sociali e immaginari, che mettono in discussione anche il monopolio della violenza rivendicato dal potere «legittimo». Davanti a questa sfida epocale, i pochi paesi che ancora si richiamano alla democrazia devono trovare il modo giusto – cioè coerente con le loro premesse – per fronteggiare le nuove strategie terroristiche, e devono farlo in fretta se non vogliono cedere il passo a regimi dittatoriali la cui minaccia oggi è tutt'altro che remota.