Godard
Contro il lavoro
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“Il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno… Esso logora straordinariamente una gran quantità d'energia nervosa e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all'amare, all'odiare.” - Friedrich Nietzsche
Mettere in discussione il lavoro significa mettere in discussione il senso della vita. Il lavoro, infatti, concorre in modo prioritario a definire l'identità del singolo e il suo posto nel mondo. Eppure, nonostante questa invadente presenza nella vita e nei rapporti sociali, è ben lontano dall'esprimere la nostra creatività, impedendoci oltretutto di sperimentare relazioni più ricche e articolate. Nella società contemporanea, questa attività umana fondamentale è ormai solo uno strumento funzionale ai meccanismi della società dei consumi e ai suoi desideri indotti, che ci ha ridotti a zombi che lavorano freneticamente per consumare ancora più freneticamente. In questa critica radicale (in senso etimologico) del lavoro, Godard destruttura in particolare quelle ideologie – figlie dell'etica protestante, ma anche dell'etica del lavoro di matrice socialista – che da due secoli stanno incollate come una maledizione alla pelle della modernità.