Santangelo, Sissa, Borghi
Critica di ChatGPT
PROSSIMA USCITA E-book
L’IA generativa viene propagandata come la soluzione definitiva per gestire la complessità del mondo contemporaneo. Fornirà supporto alla creatività, riassumerà, scriverà e tradurrà per noi e meglio di noi, svolgerà al posto nostro i compiti più ripetitivi, aumenterà la nostra produttività senza toglierci il lavoro, ci aiuterà a organizzare al meglio i nostri pensieri e le nostre attività, ci assisterà quando cercheremo informazioni, interagirà con noi quando ci sentiremo soli o avremo bisogno di un consiglio. Ma siamo sicuri che sia davvero così? che basti affidarsi a questa tecnologia per migliorare la realtà in cui viviamo?
L’intelligenza artificiale generativa ha fatto prepotentemente irruzione nelle nostre vite arrivando a integrarsi nel funzionamento di smartphone, motori di ricerca e altri strumenti di uso quotidiano che costituiscono oggi le infrastrutture delle nostre società e i principali canali di accesso alla produzione e alla circolazione del sapere e dell’informazione. Le multinazionali che investono miliardi nel suo sviluppo, così come molti analisti, la ritengono una delle tecnologie più rivoluzionarie mai inventate, capace di realizzare l’atavico sogno di creare macchine intelligenti quanto e più degli esseri umani. E attraverso un’abile campagna di comunicazione prefigurano scenari utopici in cui ogni ambito della nostra vita sarà migliorato. Al di là della narrazione dominante, diventa allora cruciale porsi le giuste domande: come funziona davvero l’IA generativa? quali sono i grandi problemi che essa pone già oggi? Attraverso l’esempio di ChatGPT, il più diffuso e conosciuto tra questo tipo di strumenti, e grazie a contributi provenienti da diversi campi come la sociologia, l’economia, l’ecologia, la semiotica, la psicologia e il diritto, questa critica a tutto tondo della ragione artificiale si pone l’obiettivo di stimolare una riflessione consapevole sul tipo di mondo che stiamo costruendo e sulle conseguenze che possono scaturire da un impiego acritico di una tecnologia tanto pervasiva.