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Kupiec, Sonigo

Né Dio né genoma

copertina

Cartaceo 19,00 €
Per Kupiec e Sonigo il programma genetico non è altro che la versione contemporanea della tradizionale creazione divina. Certo, non è più il ricorso a un Dio trascendente, e tuttavia la concezione di un codice genetico altrettanto cogente – derivata da una genetica più aristotelica che darwiniana – rischia di diventare una nuova metafisica con pesanti ricadute sulla stessa ricerca.

Prefazione di Giulio Giorello

La teoria del programma genetico è semplice e sembra offrire una risposta a tutto, cosa che ne ha assicurato il successo: perché abbiamo un fegato? Perché è nel nostro codice genetico. I progressi della biologia molecolare ci hanno infatti convinto che, al pari di un creatore onnipotente, il genoma costruisce l'organismo e ne costituisce la spiegazione ultima. Ma quando una cellula epatica svolge le sue funzioni specializzate, non sta obbedendo agli ordini di un «programma» che le comanda di farsi fegato perché l'organismo ospite ne ha un bisogno vitale: la cellula diventa epatica perché, nella situazione in cui si trova, è quello il modo più efficace per sopravvivere. Noi non siamo né il centro né la finalità del nostro organismo, ma solo una società decentrata di cellule, un ecosistema composto da miliardi di esseri microscopici che vivono per se stessi, e non per noi. Come ci dicono due ricercatori di fama internazionale, il vivente non è una macchina, ma una congiunzione di interessi. Né dio né genoma, dunque, per far sì che anche in biologia il determinismo si sottragga alla dittatura del DNA e lasci spazio alle libere interazioni della selezione naturale.

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