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Perrot

Etnologia del natale

copertina

indagine su una festa paradossale

ESAURITO
"Come ci insegnano gli antropologi e gli storici, quando è necessario, le società provvedono a inventare le proprie tradizioni, che per essere veramente tali non sono mai assegnate una volta per tutte, ma mutano secondo lo spirito dei tempi".
Marco Belpoliti, La Stampa

Il Natale è uno straordinario oggetto di studio antropologico per capire l'Occidente. In quale altro momento dell'anno si assiste a una simile mobilitazione sociale? Quale altra festività genera un marketing altrettanto mastodontico e al tempo stesso risveglia legami familiari dal sapore ancestrale? Proprio questa festa paradossale è qui rivisitata come un «oggetto antropologico totale» che ci parla, con un linguaggio lieve e colto, della società dei consumi e del nostro inconscio, della solitudine e della famiglia, del divino e del triviale. E rifà la storia, lunga secoli e di certo non univoca, di un Natale che nasce dalla tradizione pagana del solstizio d'inverno, che diventa nei secoli uno dei momenti topici del cristianesimo trionfante, per arrivare all'attuale «potlach della postmodernità», sfacciatamente consumistico e segnato più da Babbo Natale – re-inventato dalla Coca-Cola per scopi pubblicitari – che dal presepe o dalle liturgie religiose.
Un percorso iconografico ci accompagna lungo questa trasformazione dal sacro al profano, a testimonianza che questa festa è saldamente inscritta nell'immaginario contemporaneo, anche se il suo significato originario si è radicalmente trasformato.


Fare la storia delle personificazioni del Natale non è un gioco da bambini, in quanto è una storia intimamente legata non solo ad antichissime figure pagane ma anche alle moderne strategie di marketing.
Martyne Perrot