Shubin
Nestor Machno bandiera nera sull’Ucraina
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“Il comunismo verso il quale ci siamo messi in marcia presupponeva la libertà dell'individuo, l'eguaglianza, l'autodeterminazione, l'iniziativa, la creatività e l'abbondanza. Abbiamo avuto la straordinaria occasione di gettare le basi di una società fondata su principi anarchici, ma quelli che ci siamo trovati di fronte non ce ne hanno lasciato né il tempo né lo spazio. Loro hanno trasformato la lotta delle idee in un combattimento fra gli uomini.” - Nestor Machno
Solo dopo l'apertura degli archivi segreti dell'URSS è stato finalmente possibile ricostruire, al di là dei miti e dei racconti dei vincitori, la vera storia della Rivoluzione russa e di quei movimenti sociali che hanno segnato in maniera cruciale le vicende rivoluzionarie prima dell'avvento del regime bolscevico. E fra questi un posto di primo piano spetta al movimento contadino denominato machnovščina, dal nome dell'anarchico ucraino Nestor Machno, che tra il 1917 e il 1921 interessò una vasta area dell'Ucraina orientale. Fu questa grandiosa jacquerie libertaria la vera protagonista della rivoluzione in quella parte dell'ex impero russo. E lo fu tanto per i suoi esperimenti di autogestione e democrazia diretta, quanto per quella guerriglia partigiana che combatté vittoriosamente contro occupanti austro-tedeschi, nazionalisti ucraini, revanscisti zaristi. E contro l'Armata Rossa, che dopo un'alleanza tattica con i machnovisti, una volta vinta la guerra civile li annientò bollandoli come «banditi». Oggi i documenti ci raccontano un'altra storia di quella che fu al contempo l'ultima rivolta contadina in Europa.