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Wilson

Discorso sull'autogoverno

copertina

Cartaceo 17,10 €
È davvero utopico o, peggio, folle parlare di autogoverno, di superamento dello Stato, di regole non imposte ma consensualmente deliberate? O, per dirla diversamente, è davvero irrealistico credere che la storia non sia finita e che il mondo così com'è non sia l'unico orizzonte che l'umanità ha di fronte? Questa riflessione critica di un anarchico che non fa sconti a nessuno, e soprattutto all'anarchismo, ci introduce a una politica antiautoritaria per il XXI secolo.

Fuori da ogni retorica, questo libro si interroga concretamente su come si possano prendere decisioni in una società non organizzata sul paradigma statuale, o comunque priva di una qualche gerarchia i cui vertici decidono per tutto il corpo sociale. E lo fa smentendo la vulgata prevalente, secondo la quale un simile tipo di società implicherebbe una libertà «assoluta» svincolata da qualsivoglia accordo organizzativo. È dunque il processo decisionale con cui definire queste regole condivise ad assumere grande rilevanza, e le sperimentazioni attuate dai movimenti impegnati in un cambiamento sociale radicale sono un valido laboratorio per testare queste pratiche intrinsecamente anarchiche. Ma se è vero che l'approccio antigerarchico è sempre più diffuso, tali sperimentazioni non sono sufficienti a fornire tutte le risposte che una politica antiautoritaria richiede per situazioni non temporanee e omogenee, come quelle in cui si svolgono le sperimentazioni, bensì permanenti e plurali. Ed è proprio nel cercare di rispondere ai tanti interrogativi che una società basata sull'autogoverno solleva che il lavoro di Wilson dimostra tutta la sua originalità.

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