Spring
L’educazione libertaria
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In questo saggio Spring delinea magistralmente l'evolversi di una pratica e di una teoria educativa che parte dalle domande dell'educando e non dalle risposte, per quanto «giuste», dell'educatore, introducendoci a una pedagogia che insegna a essere e non a dover essere.
Questo classico dell'educazione non autoritaria ripercorre – da Godwin a Stirner, da Ferrer a Neill, da Freire a Illich – la genesi di un modello pedagogico tutt'altro che univoco, il cui intento è sottrarre il bambino a qualsiasi indottrinamento ideologico e renderlo un individuo autonomo e ben consapevole delle forze storiche e sociali che attraversano la società. Lungi dal voler «adattare» l'individuo alla macchina sociale, questo approccio educativo si interroga piuttosto sul perché le persone siano disposte ad accettare come legittima un'autorità sociale che limita la loro libertà. La risposta rimanda a quella docilità indotta che è il risultato di credenze e ideologie inculcate precocemente nella mente infantile. Bisogna dunque liberare il bambino dalle due istituzioni chiave che ne plasmano il destino sociale: la famiglia, che grazie al concetto tutto storico di infanzia sancisce la dipendenza del minore dall'adulto, e la scuola, la più capillare agenzia di socializzazione oggi in funzione, intenzionalmente finalizzata, come scrive Neill, «a produrre una mentalità servile, perché solo questa può impedire che il sistema vada a pezzi».