Dal Maggio ’68 ai giorni nostri

Introduzione a ‘L’anarchia del mondo contemporaneo’

Tomás Ibáñez

2022-01-13

traduzione di Giuliana Zeppegno e Valeria Giacomoni.

INDICE DEL LIBRO:

INTRODUZIONE Dal Maggio ’68 ai giorni nostri // PARTE PRIMA Riflessioni su anarchismo e rivoluzione // CAPITOLO PRIMO Argomenti per un neo-anarchismo // CAPITOLO SECONDO La natura umana: un concetto che eccede l’anarchismo // CAPITOLO TERZO Check-up della rivoluzione e del suo immaginario // CAPITOLO QUARTO Il ritmo sorprendente delle rivolte // CAPITOLO QUINTO I simboli non nascono: si fanno // PARTE SECONDA Sul potere, lo Stato e la libertà // CAPITOLO SESTO Foucault o l’etica e la pratica della libertà // CAPITOLO SETTIMO La ragione governamentale e le metafore dello Stato // CAPITOLO OTTAVO La governance: elemento chiave del tardo neo-liberalismo // CAPITOLO NONO Potere e libertà: una tensione intrinseca al campo politico // CAPITOLO DECIMO La ragione scientifica come dispositivo di dominio // CAPITOLO UNDICESIMO Quando l’albero ci impedisce di vedere il bosco // CAPITOLO DODICESIMO Una tempesta libertaria che è arrivata per restare // PARTE TERZA L’impatto del presente e delle sue lotte sull’anarchismo // CAPITOLO TREDICESIMO Piccola favola sulla definitiva eliminazione dell’anarchismo // CAPITOLO QUATTORDICESIMO Anarchismo esistenziale // CAPITOLO QUINDICESIMO Pensiero e pratiche libertarie dopo il covid-19 // CAPITOLO SEDICESIMO La Rosa Nera

I sedici testi che compongono questo libro sono tutti articoli che ho scritto negli anni che vanno dal 2011 al 2020. Li ho ordinati qui in tre sezioni tematiche, senza tener conto del loro ordine cronologico di pubblicazione.

La prima sezione raggruppa alcune riflessioni sull’anarchismo che prendono in esame le sue caratteristiche specifiche e lo mettono in relazione con questioni cruciali come quelle che rimandano alla natura umana, al processo rivoluzionario, alle rivolte popolari, alla simbologia anarchica e a quel Maggio ’68 che «non è mai finito!» [in italiano nell’originale].

La seconda sezione è dedicata al fenomeno del potere e del dominio, così come alla questione dello Stato e della governabilità, con una particolare attenzione alle tecnologie politiche della governance. Tutto ciò ovviamente conduce a riflettere sulla problematica della libertà e, più precisamente, sulle pratiche di libertà. Chi ha una conoscenza anche solo superficiale dell’opera di Michel Foucault non può non avvertire l’influenza che le sue tesi esercitano sulla mia comprensione di tali questioni, per cui nessuno resterà sorpreso dal fatto che io dedichi spazio a indagare i rapporti tra potere e sapere o a scandagliare la peculiare retorica della verità che accompagna la conoscenza scientifica. Questa sezione si chiude con una riflessione sul nuovo totalitarismo che sta già conquistando inquietanti posizioni strategiche nelle nostre società.

L’ultima sezione è un invito a transitare attraverso le varie sfaccettature che formano la ricca diversità dell’anarchismo: alcune ben note, come la sua inconfondibile dimensione esistenziale, altre indotte, più o meno congiunturalmente, dalle nuove situazioni che emergono nel mondo. Non è casuale che il libro si concluda con l’evocazione di un emblematico e prolungato episodio di lotta contro il dominio e l’oppressione, episodio che per anni ha visto protagonista, sull’isola di Creta, il collettivo anti-autoritario Rosa Nera e che è stato brutalmente interrotto dalla polizia fino alla sua rinascita nel giugno 2021. L’inclusione di questo testo vuole essere un omaggio fraterno al compagno Marc Tomsin, morto a Chania proprio mentre la Rosa Nera stava rinascendo.

Nonostante la varietà delle questioni affrontate, confido nel fatto che chi leggerà questo libro noterà una certa aria di famiglia tra i testi che lo compongono. Di fatto mi piace pensare che ciò che li accomuna in definitiva sia, come ho scritto qualche tempo fa, la volontà di «agitare, con maggiore o minore successo, le acque dell’anarchismo, perché non scivolino in un sonno compiaciuto e conservino intatta la loro turbolenza». È questa volontà a far sì che io perseveri nel rivendicare un anarchismo irriverente che sappia essere implacabilmente critico verso i suoi stessi approcci.