Un ricordo di Evelyn Fox Keller, una scienziata anomala

Peter Dizikes

2023-09-29

Nei giorni scorsi è venuta a mancare Evelyn Fox Keller, influente pensatrice statunitense poco nota al pubblico italiano, che abbiamo avuto occasione di conoscere nei lontani anni Novanta quando, invitata da elèuthera, venne in Italia per la realizzazione di quello che è poi diventato un importante titolo del nostro catalogo: Conversazioni con Evelyn Fox Keller. Una scienziata anomala un dialogo con Elisabetta Donini, professoressa di fisica all’Università di Agraria di Torino e storica della scienza. Per ricordarla riprendiamo un estratto dell’omaggio pubblicato sul sito del Massachusetts Institute of Technology.

Fonte: https://news.mit.edu/2023/professor-emerita-evelyn-fox-keller-dies-0925

Il 22 settembre è morta all’età di 87 anni Evelyn Fox Keller, professoressa emerita al MIT di Boston, influente filosofa e storica della scienza. Nella sua lunga e innovativa carriera, Fox Keller ha contribuito a rimodellare le discussioni sulla scienza, il genere e l’oggettività, nonché sul determinismo biologico.

Fox Keller è nota per la sua dirompente critica alla concezione di oggettività propria dell’establishment scientifico, concezione che trovava assai carente e fortemente caratterizzata da pregiudizi di genere. Il suo lavoro ha spinto molti studiosi verso una comprensione più sfaccettata e sofisticata dei fattori soggettivi e delle modalità di pensiero socialmente influenzate nonché del loro ruolo nel dare forma alle teorie e alle ipotesi scientifiche.

Fisica di formazione – ha condotto ricerche accademiche in biologia per poi concentrarsi sull’impresa scientifica e la comprensione che gli scienziati hanno di se stessi – Fox Keller è entrata al MIT nel 1992, lavorando nel Program in Science, Technology, and Society. Dopo aver affrontato l’ostilità e lo sconforto con cui doveva scontrarsi una studentessa laureata in scienze fra la fine degli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta, negli anni Ottanta Fox Keller era infine diventata un’importante pensatrice accademica e un’intellettuale con un ruolo pubblico, pronta a portare le proprie idee a una platea più vasta.

“Non esiste una lente magica che ci permetta di guardare e vedere la natura in modo neutro… senza che essa prenda il colore dei valori, delle speranze, delle paure, delle ansie, dei desideri e degli obiettivi che noi vi proiettiamo”, disse nel 1990 Fox Keller al giornalista Bill Moyers durante il programma World of Ideas.

A quel tempo, Keller era ormai famosa per due libri di alto profilo. In A Feeling for the Organism: The Life and Work of Barbara McClintock [In sintonia con l’organismo. La vita e le opere di Barbara McClintock, La Salamandra, 1987] pubblicato nel 1983, Keller esaminò il lavoro della biologa i cui studi approfonditi sul mais hanno dimostrato che gli elementi genetici possono muoversi nel tempo attraverso il cromosoma, influenzando l’espressione genica. Inizialmente ignorata, la McClintock, a meno di un anno dalla pubblicazione del libro, vinse il Premio Nobel e la sua caratteristica e ben sviluppata consapevolezza circa i propri metodi di ricerca, si mescolò con le idee della Keller sulla complessità del processo della scoperta scientifica, alimentandole.

In Reflections on Gender and Science [Sul genere e la scienza, Garzanti, 1987], pubblicato nel 1985, la Keller ha invece analizzato in generale come l’istituzionalizzazione della scienza nel XVII secolo l’abbia limitata, caratterizzandola come un’attività strettamente maschile e come, di conseguenza, abbia generato una nozione di indagine puramente oggettiva in contrapposizione a una modalità di pensiero propria delle donne, apparentemente più emotiva e meno lineare. Queste opere fondamentali hanno aiutato altri a mettere in discussione l’idea di un processo di scoperta scientifica non mediato e a riconoscere meglio gli immensi squilibri di genere nelle scienze.

Intrepida studiosa, Fox Keller ha contribuito a chiarire che, sebbene la natura esista a prescindere dall’umano, la nostra comprensione di essa è sempre mediata dalle nostre idee e dai nostri valori. Come disse a Moyers nel 1990, “è una fantasia credere che un qualsiasi prodotto umano possa essere libero da valori umani. E la scienza è un prodotto umano. È un meraviglioso, glorioso prodotto umano”.

Tra gli altri riconoscimenti della sua carriera, la Keller è stata invitata all’American Academy of Arts and Sciences e all’American Philosophical Society; ha ricevuto una borsa di studio Guggenheim; le è stato assegnato il Dan David Prize 2018; ha inoltre ricevuto lauree honoris causa dalla Dartmouth University, dalla Lulea University of Technology, dal Mount Holyoke College, dal Rensselaer Polytechnic Institute, dal Simmons College, dall’Università di Amsterdam e dalla Wesleyan University.

In totale, la Keller ha scritto undici libri in ambito scientifico e ha collaborato alla stesura di altri tre volumi. Oltre ai già menzionati A Feeling for the Organism e Reflections on Gender and Science vanno ricordati The Century of the Gene (2000, Harvard University Press), Making Sense of Life (2002, Harvard University Press), The Mirage of a Space between Nature and Nurture (2010, Duke University Press), Cultures without Culturalism: The Making of Scientific Knowledge (2017, Duke University Press) e Making Sense of My Life in Science: A Memoir (Modern Memoirs, 2023). In italiano è uscito anche Conversazioni con Evelyn Fox Keller. Una scienziata anomala con Elisabetta Donini (elèuthera, 1991).