09/11/2007
Finestra sul caosScritti su arte e societàRaccolta
di scritti pubblicati a dieci anni dalla sua morte, Finestra sul caos,
ripropone la vis polemica e l'inalterata lucidità di uno dei
maître-a-penser più innovativi della cultura del secondo Novecento,
Cornelius Castoriadis...
Filosofo
dell’auto-creazione, dell’autonomia e del caos, Castoriadis richiama
l’attenzione sul valore del rapporto tra l’arte ed i valori prodotti
dalla società contemporanea. Partendo dal presupposto che non esiste
arte alcuna senza un pubblico che ne fruisca, ed interrogandosi sul
senso e sul futuro della creazione artistica, non si può non ammetterne
la stretta e complessa relazione con tutti i fenomeni di trasformazione
sociale e, in questo modo, criticare aspramente il declino di entrambe.
Sebbene provocatoria, la tesi secondo la quale la cultura
contemporanea risulta essere azzerata a causa di un pubblico molto
civilizzato, ma sempre più pericolosamente avviato verso forme di neo
analfabetismo, è tesi precorritrice di quel dibattito sulla crisi
dell’arte contemporanea che riecheggia a più riprese negli ultimi anni. Quali
i motivi? Si fa sempre maggiore fatica a produrre arte, poiché se una
società smette di credere, non riesce a produrre cultura. É questo il
motivo per cui le opere di ingegno sono moribonde, mentre prevalgono i
“prodotti” di cultura. Dall’Iliade passando per Macbeth, l’opera
intrattiene una relazione paradossale con i valori della società, li
afferma, li discute, e li mette in dubbio, scossa e vacillamento del
senso costituito. La cultura contemporanea, invece, non intrattiene più
alcuna relazione con i valori; da qui nasce l’esigenza di stabilire un
rapporto fecondo con il passato non in termini di asservimento ma di ri
- elaborazione e re - interpretazione. L'unico vantaggio del mondo
contemporaneo sembra essere quello di offrire spazio ad una cultura
popolare che permette a chiunque abbia un minimo di gusto ed educazione
al bello, di realizzare opere artistiche. Il risultato non è, però, né
sufficientemente ambizioso, né durevole: non ci si libera dal giogo di
una produzione in serie di oggetti a perdere. L’opera d’arte intesa
come opera di ingegno destinata a durare, altro non è che la
possibilità di far esistere un mondo tutto suo e, presentando se stessa
presenta l’abisso, il caos. Dare forma al caos costituisce la catarsi
dell’arte. L’artista, parla dando forma al caos, ma soprattutto ascolta
quanto succede intorno a sé: la cultura non può non intrattenere un
rapporto profondo con le convinzioni di fondo che assicurano la
coesione sociale, intesa come presupposto di appartenenza per individui
autonomi in reciproca accettazione. L’arte come forma di philia. “É
philia - scrive Castoriadis -il nodo che unisce affetto e
valorizzazione reciproca. La sua forma più alta esiste solo
nell’uguaglianza, che nella società politica implica libertà, cioè
quella che chiamiamo autonomia”.
Finestra sul caos Scritti su arte e società Castoriadis Cornelius Elèuthera 2007 euro 12 ISBN 978-88-8949-038-9
[Giulia Agusto] |