PATAGONIA REBELDE Una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell'Argentina degli anni venti.
traduzione di Alberto Prunetti
2014/2 - I ediz. 2010
a cura di Alberto Prunetti
160 ill. pp.
€ 14,00 € 13,30
EAN 9788896904695
l'opera
Patagonia rebelde è un libro perseguitato. Negli anni Settanta, in Argentina, l'opera è stata censurata, le copie sequestrate e bruciate. Nonostante il successo della riduzione cinematografica realizzata da Héctor Olivera (Orso d'argento a Berlino nel 1974), la storia è stata poi offuscata dalle «patagonie» estetizzanti alla Chatwin. I protagonisti delle vicende narrate da Bayer sono invece peones, gauchos dalla pelle tagliata dal vento, bandoleros e sindacalisti anarchici. Ribelli dimenticati di un lungo sciopero insurrezionale che nel 1921 li vide occupare le fattorie dei latifondi patagonici con un'armata stracciona che, sventolando la bandiera della rivolta, tenne in scacco per mesi polizia ed esercito. Tra loro un bandolero italiano noto come El Toscano. Storie drammatiche di ribellione e ideali internazionalisti che Bayer racconta con passione quasi in presa diretta.
"Dopo che il massacro è finito, si permette alla truppa di andare nei postriboli. Quando la prima squadra di militari si avvicina al postribolo La Catalana, donna Paulina esce per strada e si mette a parlare con il sottoufficiale: è successo un fatto insolito, le puttane del casino si negano e la tenutaria afferma che non può obbligarle. Il sottoufficiale e i coscritti lo prendono come un insulto all'uniforme patria. Tutti assieme, in squadra, cercano di entrare nel lupanare. Ma ecco che da lì escono cinque fanciulle con scope e randelli che li affrontano al grido di «Assassini!»,«Schifosi!» «Con gli assassini non andiamo a letto!».
Non ci sono mai stati fiori sulle fosse comuni dei fucilati. Solo pietre, cespugli grigi e l'eterno vento patagonico. L'unico fiore che abbiamo trovato è questo gesto delle ragazze del postribolo «La Catalana». È il 17 febbraio 1922!.